domenica 29 maggio 2016

PIAZZA MAGGIORE

BOLOGNA


ultimo aggiornamento 2021

Piazza Maggiore è il "cuore" di Bologna, spazio pubblico della vita politica e sociale della città.


Soprattutto il Crescentone, quel rettangolo rialzato e pavimentato con pietra bianco-rosa-grigia che ricorda la crescente, la focaccia bolognese con i ciccioli.

Piazza-Maggiore-Bologna-foto-Monica-Galeotti





La piazza iniziò a delinearsi nel 1200.
In ordine di costruzione circondano la piazza :

Palazzo del Podestà

Un tempo palatium vetus, fu costruito nel 1203 e più tardi ampliato.

Piazza-Maggiore-Bologna





Costruito a fine Duecento come palatium bladi (primo nucleo del Palazzo Comunale), probabilmente deposito pubblico delle granaglie (biade).

Piazza-Maggiore-Bologna




Palazzo dei Notai

Del Trecento è il Palazzo dei Notai.

Bologna-Palazzo dei Notai



San Petronio

Del Trecento anche le prime campate della Chiesa di San Petronio.

Piazza-Maggiore-Bologna





Palazzo dei Banchi

L'ultimo lato della piazza fu delimitato da una originaria struttura del loggiato dei Banchi nel 1412, poi perfezionata nel secolo successivo.

palazzo-dei-banchi-bologna







La piazza si è chiamata Piazza Vittorio Emanuele II dal 1860 al 1943.
Il monumento al re fu spostato ai Giardini Margherita, dove risiede tutt'ora.
Dal 1943 al 1945 divenne Piazza della Repubblica e infine, nel giugno 1945 Piazza Maggiore.

piazza-maggiore-collezione-galeotti-paola
Piazza V. E. II oggi Piazza Maggiore - ©Paola Galeotti collezione personale





Piazza Maggiore è stata e rimane fulcro degli eventi pubblici della città: i funerali delle vittime del 2 agosto 1980, i funerali di Lucio Dalla. 
Le stagioni estive del Cinema in Piazza della Cineteca, il rogo del Vecchione a Capodanno.
E la gastronomia, con il festival della mortadella e quello del tortellino in brodo.
 La tradizione culinaria di Bologna, ricca e sostanziosa, ha istituito, da tempo immemorabile, l'appellativo "Bologna la grassa".


Solo in anni recenti la condivisione del cibo in eventi di socialità pubblica è diventata un fenomeno nelle piazze di tutto il mondo.
In questo spazio invece, i bolognesi si sono riuniti fin dalla sua costruzione.


LA FESTA DELLA PORCHETTA

È stata la più famosa e importante festa dove i bolognesi si riunivano a tavola in Piazza Maggiore.

Le origini di questa festività profana sono incerte, ma si pensa sia riconducibile alla vittoria della Battaglia della Fossalta del 24 agosto 1249 con la conseguente cattura di re Enzo, figlio dell'imperatore Federico II.

Altri storici ritengono sia riconducibile alla presa della Rocca di Faenza nel 1281, grazie alla complicità del faentino Tibaldello de Zambrasi, al quale era stata rubata una porcellina.

È dal XIII secolo che la festa si tenne il 24 agosto di ogni anno, fino al 1796, quando le truppe francesi di Napoleone entrarono in città presidiando piazza e strade.
Secondo Napoleone la festa era offensiva verso il popolo, che aspettava in piazza che dalle finestre del palazzo venissero gettate cibarie dai nobili che banchettavano.
Venivano infatti gettati sulla folla anche animali vivi, polli e conigli, che provocavano inseguimenti e zuffe, con grande divertimento dei nobili che stavano alle finestre. Per ultimo veniva gettata un'intera porchetta e anche un maialino vivo ricoperto di grasso, che scivolava dalle mani di chi lo voleva prendere.

La festa prendeva il nome da questo momento conclusivo.

Durava una decina di giorni e nella piazza venivano allestite macchine scenografiche, giostre dei cavalieri, spettacoli teatrali e giocolieri.

L'immagine sottostante è un meraviglioso disegno su carta miniata facente parte delle "Insigna", documenti in pergamena rappresentanti una memoria visiva della città di Bologna.
Sono conservati in 16 volumi presso l'Archivio di Stato di Bologna.

Festa della Porchetta - ©Archivio di Stato di Bologna, Anziani Consoli, Insigna, vol. XI, c. 121b



 
©Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, Giulio Cesare Croce "La vera historia della piacevoliss. festa della porchetta, che si fa ogn'anno in Bologna il giorno di S. Bartolomeo", 1599.




Chiusa per sempre una tradizione di retaggio medievale, durata cinque secoli, solamente due anni dopo, il 28 maggio 1798, nella piazza va in scena un evento di buona cucina e spirito di uguaglianza:
il "Pranzo patriottico dato dalle cittadine bolognesi a favore delle concittadine più povere in segno di fratellanza".

Il menù del pranzo femminile comprendeva: salumi, minestra di maccheroni, lesso di manzo, umido di vitello, arrosto di agnello, crostate, formaggio e frutta, pane e vino nero e bianco.

 "Comprese le compagne indigenti, le commensali erano più di 1200.
La piazza era ornata d'alberi, in mezzo ai quali trovavansi doppie tavole, che formavano un ottagono entro un quadrato."¹

Le tante occasioni di convivialità e festeggiamenti popolari in Piazza Maggiore sono testimoniati dalla conservazione di alcuni oggetti nei musei bolognesi:

al Museo Civico Medievale ad esempio sono conservate le armi e le armature che venivano utilizzate durante le giostre e i tornei, dal XII al XVIII secolo.

"Armatura apparecchiata per la giostra di rincontro sec. XVI, acciaio, cuoio"

©Foto Collezione CospiBologna, Museo Civico Medievale.





Bologna-Museo-Civico-Medievale-Bologna





 Guido Piovene, nel suo "Viaggio in Italia" del 1957, descrive Bologna traducendo l'aria della città come piatto commestibile.
Non sappiamo se lo scrittore era a conoscenza della piacevolezza dei festeggiamenti di Piazza Maggiore dai tempi dei tempi, dal Medioevo al pranzo patriottico del 1798, in ogni caso sappiamo che Bologna gli ha trasmesso convivialità:

"Molte bellezze di Bologna, ed anche molti dei suoi negozi migliori, sono, non dirò segreti, bensì avviluppati e nascosti nelle sue pieghe prosperose.
Il segreto del ripieno in un piatto succulento.
La bellezza di Bologna non si pensa, ma si respira, si assorbe, si fa commestibile."
                 (Guido Piovene)

Bologna-centro-palazzo-dei-banchi








   → Cerca Bologna 






_____________

Bibliografia:
¹ Giuseppe Guidicini, "Diario Bolognese. Dall'anno 1796 al 1818", ed. Forni, Bologna, 1976, pp 116-118 (volume primo).


Sitografia:



Nessun commento:

Posta un commento