mercoledì 2 maggio 2018

SESTIERE DORSODURO

VENEZIA - PRIMO PERCORSO



aggiornato 2022

Dorsoduro è un sestiere bellissimo, come gli altri del resto, e ha luoghi interessanti sparsi per tutta l'area.

Da non perdere:

- Punta della Dogana

- Collezione Peggy Guggenheim

- Cà Rezzonico

- Gallerie dell'Accademia

I musei sono meravigliosi e importanti, ma quando le opere da ammirare sono tante, si rischia di arrivare ad un punto di saturazione, perciò ho inserito un solo museo importante per ognuno dei tre percorsi.

Venezia-Dorsoduro-Punta-della-Dogana



Dedicare tre giornate all'itinerario di visita sarebbe perfetto, infatti ho creato tre percorsi per far sì che le visite culturali e le camminate lungo le calli e le fondamenta si possano effettuare in tranquillità, ricavando anche spazi per caffè o soste rilassanti.
Se avete solo due giornate da dedicare a Dorsoduro, si può fare, certo in maniera più frenetica e con minor approfondimento.


Il primo percorso:

1- PUNTA DELLA DOGANA

2- BASILICA DI SANTA MARIA DELLA SALUTE

3- FONDAMENTA DELLE ZATTERE

4- CHIESA DEI GESUATI (Santa Maria del Rosario)

5- SQUERO DI SAN TROVASO

6- GALLERIE DELL'ACCADEMIA


dorsoduro_MAPPATURA_Monica_Galeotti
©google map - ©mappatura Monica Galeotti




1- PUNTA DELLA DOGANA

È quella punta triangolare di territorio e allo stesso tempo edificio, che divide il Canal Grande dal Canale della Giudecca. E' anche il confine estremo della parte peninsulare di Dorsoduro.

Venezia-Dorsoduro





Il complesso degli antichi magazzini della Dogana fu costruito nel 1677 da Giuseppe Benoni per riscuotere il dazio che dovevano versare le navi all'ingresso del Canal Grande.

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L'edificio è coronato da una torre sovrastata dalla Palla d'Oro.

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È una sfera in bronzo dorato sostenuta da due Atlanti, a raffigurare il mondo su cui poggia la statua detta "Occasio" (Fortuna). In cima una statua rotante a indicare la direzione del vento e, simbolicamente, la mutevolezza della Fortuna stessa.

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Nel 2005 il collezionista d'arte François Pinault sceglie Venezia come sede della sua fondazione.
Pinault, già proprietario di → Palazzo Grassi (col quale Punta della Dogana divide il biglietto d'ingresso), commissiona un restauro all'architetto minimalista Tadao Andō.
Il centro viene inaugurato nel 2009.

Punta della Dogana è stata affidata in concessione alla Città di Venezia dallo Stato Italiano, che ne conserva la proprietà.
La Città di Venezia ha scelto Pinault come partner per la realizzazione del Centro d'Arte Contemporanea.
La partnership avrà una durata, rinnovabile, di 30 anni.

Entriamo alla Punta della Dogana, il più bel centro di arte contemporanea di Venezia.

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Le installazioni sono permanenti esposte a rotazione, attraverso mostre ricorrenti.

Quest'anno 2018 alcune opere vengono fatte dialogare con altre appartenenti alla collezione del Museum Folkwang di Essen, nella mostra
 "Dancing Whit Myself".
Qui l'autoritratto, genere classico della pittura, cede il posto a nuove rappresentazioni di immagini e corpo dell'artista stesso.
Per mettere in discussione il concetto di individuo con un'identità unica, stabile, fissa.
"Ballando con me stesso" vede come assoluta protagonista l'immagine dell'artista, l'autoritratto appunto, attraverso un'interpretazione dell'Io:
32 artisti diversi con opere realizzate a partire dagli anni '70.

Una tenda di perline rosse apre la mostra. L'artista Felix Gonzalez Torres che, nella sua breve vita (1957-1996) ha centrato la sua opera sull'AIDS, vuole simboleggiare il proprio sangue.

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Oltrepassata la tenda si svela l'autoritratto in cera con gli stoppini accesi di Urs Fischer, destinata a consumarsi nei mesi della mostra. Fiammelle che insidiano la consistenza del corpo per trasformarlo in una colata liquida e poi di nuovo solida. Un richiamo alla mutevolezza e alla metamorfosi, ma anche una sorta di vanitas nella sua forma più semplice: la scomparsa dell'artista, dove è assente la glorificazione dell'Io.

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"Mi fuma il cervello", Alighiero & Boetti.
La fontana in bronzo con il toccante autoritratto di Alighiero & Boetti, realizzata negli anni '70 ma finita nel 1994, pochi mesi prima della morte. 
È un autoritratto, nell'atto di rinfrescarsi le idee con un getto d'acqua, che ironizza sulla creatività della sua mente.
Una scultura segnata dall'inquietudine di fondo caratteristica del rapporto che, anche nel crepuscolo della vita, ogni creatore ha con il mondo.
L'artista, affascinato dal tema del doppio, all'inizio degli anni '70 decise di non chiamarsi più Alighiero Boetti ma Alighiero & Boetti, illustrando questo doppio in molte opere.
Nel 2020, a 80 anni dalla nascita un documentario lo omaggia

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Salendo al primo piano vi sono finestre bellissime ricavate dalle antiche pareti che rivelano scorci del canale.

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Durante il secolo scorso l'edificio ha subito numerose modifiche; Andō ha agito in modo tale che tutte le pareti divisorie aggiunte nel corso delle ristrutturazioni precedenti venissero rimosse, al fine di ripristinare le forme originali della primissima costruzione.
In particolare, le pareti hanno ritrovato i mattoni a vista e sono nuovamente visibili le capriate.

Nelle prime due grandi sale, sette splendidi ritratti di Cindy Sherman, realizzati nel 2016, esagerando le immagini più stereotipate delle donne nella società occidentale. 

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L'artista suggerisce come qualsiasi identità sia un artificio.

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Autoritratti di Urs Luthi, "Tell Me Who Stole Your Smile", 1974.

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Un calco in vetroresina è il materiale dell'opera "Light From the Left" (luce da sinistra) del 2007, di Charles Ray. Il bassorilievo contemporaneo rappresenta l'artista con la moglie, dove la luce naturale illumina da sinistra, come il personaggio femminile illumina, seguendo la stessa direzione, il suo compagno.

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Robert Gober, "Untitled" (senza titolo), 1991.
Quello che vediamo è il calco della gamba dell'artista, vestita e completa di scarpa.

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A Gilbert & George sono dedicate due sale dove spicca il grandioso "Blood, Tears, Spunk, Piss", del 1996.
Gilbert & George, dal colpo di fulmine del loro incontro quando studiavano scultura alla School of Art di Londra nel 1967, lavorano in coppia e rifiutano di dissociare le loro opere dalla vita quotidiana poichè tutto ciò che fanno è arte e si considerano "sculture viventi".

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L'opera "We" del 2010 è di Maurizio Cattelan; una reinterpretazione della famosa installazione di Gilber & George in "Bed with Lorca", sul letto del poeta spagnolo.
Cattelan sostituisce il proprio viso di cera a quello dei due artisti, operando uno sdoppiamento: Gilbert & George sono diventati Maurizio & Cattelan.
L'operazione ricorda quella di Alighiero & Boetti.

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Gilbert & George, "Bad with Lorca", 2008 (photo©Theartstack.com)






In cima alla torre che sorregge la statua di Occasio, l'autoritratto di Damian Hirst, "Bust of the Collector", che ritrae l'artista britannico nei panni del leggendario collezionista Cif Amotan II, originario di Antiochia e vissuto fra il I e II secolo d.C.

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Nella terrazza belvedere purtroppo non si può andare per ragioni di sicurezza.

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L'opera di Martin Kippenberger è qui rappresentata con un'insieme di poster concepiti in diverse occasioni, dal 1972 al 1997. Alla pratica del manifesto l'artista ha sempre conferito una grandissima importanza.
I poster raggruppati sono quelli nei quali egli si rappresenta oppure invita altri a rappresentarlo.
Si rende irriconoscibile per quanto cambia, da un poster all'altro, per età, stile d'abbigliamento o fisionomia.

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Nel poster "The Alma Band" (una buona regressione non ha bisogno di scuse), Colonia 1988,  Kippenberger a sinistra è insieme ad Albert Oehlen, come lui membro del gruppo "Lord Jim Lodge" della scena artistica di Colonia, al quale quest'anno Palazzo Grassi dedica una mostra personale. 

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Chiude la mostra una grande sala con dipinti in olio su tela: il punto di partenza è uno scatto; l'immagine, enormemente ingrandita, viene poi riprodotta a mano e, avvicinandosi, rivela le pennellate una a una.

Untitled (Alpino 1976), Rudolf Stingel.

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L'artista Rudolf Stingel mette in opera una tangibile sensazione del tempo che fugge e della vanità, una profonda malinconia, non attraverso l'invecchiamento del viso dell'artista ma attraverso il procedimento: i segni di usura della foto in cui Stingel appare giovane e bello sul libretto militare, sono procurati da calpestio e macchie di vernice.

Untitle (After Sam), 2006, Rudolf Stingel.

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Punta della Dogana, Pinault Collection, restauro Tadao Andō.
©Discover Punta della Dogana


                                       





vedi anche → PALAZZO GRASSI




2- BASILICA DI SANTA MARIA DELLA SALUTE

La basilica condivide lo stesso piazzale di Punta della Dogana.
Fu costruita nel 1630 dai veneziani per adempiere a un voto in favore della Madonna: dopo che 80.000 veneziani erano stati uccisi dalla peste, il Senato promise alla Madonna che avrebbe costruito una chiesa senza badare a spese, in cambio della sua intercessione a favore di Venezia.

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Il progetto fu di Baldassare Longhena ed è una prodezza di ingegneria: almeno 100.000 pali dovettero essere conficcati nelle barene (banchi sabbiosi tipici delle lagune) per sostenere la zattera destinata a reggere il peso di questo capolavoro.

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La cupola di Longhena offre un'acustica superba, tanto che nei pomeriggi dei giorni feriali si suonano i vespri all'organo della basilica.
E' arredata con statue lignee rappresentanti i profeti.

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Al centro del bel pavimento di marmo intarsiato si trova un punto nero che si dice emani un'energia curativa.
Al momento della mia visita questo centro si trovava coperto da un'istallazione temporanea.

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Nel gruppo scultoreo sull'altare vi è la Madonna con il bimbo, a rappresentare la Salute che difende Venezia dalla peste. E' opera di uno scultore fiammingo molto noto a Venezia, Jouste de Corte, morto a Venezia nel 1679.

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Tiziano riuscì a sfuggire alla peste fino a quasi novant'anni e lasciò in eredità alcuni capolavori oggi esposti nella Sagrestia (con ingresso a pagamento), dove purtroppo non è stato possibile fotografare.
 In una cappella laterale della chiesa la tela "Discesa dello Spirito Santo" di Tiziano, 1555.

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3- FONDAMENTA LE ZATTERE

La Fondamenta delle Zattere è il lungo tratto della parte meridionale di Dorsoduro che costeggia il Canale della Giudecca.
La Fondamenta veneziana è un tratto di strada che costeggia un canale o un rio.
Si presta a piacevoli passeggiate specialmente verso sera all'imbrunire dopo una bella giornata di sole, con i riflessi sull'acqua e i tavoli dei locali affacciati a riva.

Venezia-le-Zattere
Venezia-le-Zattere (©Wolfgang Moroder - commons.wikimedia.it)


Degno di nota è il cosiddetto Ospedale degli incurabili, costruito nel XVI secolo.
A quei tempi esisteva una malattia per la quale non esistevano cure: la sifilide, chiamata male francese, che si andava diffondendo in tutta Europa.

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Ex Ospedale degli Incurabili (©wikipedia)



Poichè non esistevano cure per la malattia, i malati finivano spesso per impazzire o diventare ciechi. Si istituì un ospedale riservato appunto agli incurabili, e ai figli di questi che restavano orfani.

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Quando fu scoperto che era possibile curare la malattia con la penicillina, la struttura divenne felicemente obsoleta.
Dal 2003 l'edificio è sede dell'Accademia delle Belle Arti.

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Nei pressi è stata affissa una targa dedicata a Josif Brodskji, poeta russo premio Nobel per la letteratura nel 1987, che trascorse lunghi soggiorni a Venezia.
Nel libretto intitolato "Fondamenta degli Incurabili" il poeta cattura l'anima di Venezia riflessa nell'acqua, elemento capace di rivelarne tutta la fragilità e la bellezza.
L'iscrizione in italiano e russo recita: "amò e cantò questo luogo".
Brodskji morì a New York nel 1996 ma per sua volontà è sepolto nel cimitero dell'isola di San Michele a Venezia. 

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4- CHIESA DEI GESUATI (Santa Maria del Rosario)

Questa chiesa barocca affacciata sulle Fondamenta delle Zattere fu progettata da Giorgio Massari e possiede degli splendidi affreschi.

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Il nome Gesuati viene dall'ordine religioso, soppresso nel 1668, che nell'area aveva una chiesa e un grande convento, poi acquistato dai domenicani.

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Le decorazioni pittoriche celebrano tutte il culto del Rosario.

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Al soffitto il dipinto del Tiepolo "Istituzione del Rosario", 1739.

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Altre splendide tele come "La Crocifissione" del Tintoretto, 1565

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e "La Vergine appare alle sante" del Tiepolo, 1748.

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Accanto ai Gesuati la chiesetta di Santa Maria della Visitazione.

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5- SQUERO DI SAN TROVASO

Gli squeri sono piccolo cantieri navali in cui si costruiscono e riparano le gondole.

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Questo è uno dei pochi ancora funzionanti in città e si trova lungo il Rio di San Trovaso, con una piccola deviazione dalle Fondamenta Zattere.

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Nella corte si possono vedere maestranze al lavoro tra gondole e altre barche tipiche della tradizione.

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6- GALLERIE DELL'ACCADEMIA
A questa meravigliosa collezione una pubblicazione dedicata



Il secondo percorso, dove protagonista sarà ↪ la Collezione Peggy Guggenheim.



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Bibliografia:
-guida alla mostra "Dancing Whit Myself"

Sitografia:






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